Pietro Consagra, compiuti gli studi all’Accademia di belle arti di Palermo, nel 1944 si trasferisce a Roma, dove aderisce all’astrattismo partecipando al gruppo “Gruppo Forma 1” e frequenta l’Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni quaranta e settanta. A Roma lavora nello studio di Mazzacurati e in quello di Guttuso, dove conosce Piero Dorazio, Ugo Attardi, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Achille Perilli, Mino Guerrini, e Turcato.
La scultura di Consagra si propone come una scultura di idee intese, secondo suo dichiarato programma, ad “ Esprimere il ritmo drammatico della vita di oggi con elementi plastici che dovrebbero essere la sintesi formale delle azioni dell’uomo a contatto con gli ingranaggi di questa società, dove è necessaria volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza »
Negli anni a seguire partecipa ad innumerevoli rassegne e mostre, fra le sue ultime grandi opere, nel 1998, esegue una scultura in marmo, dedicata a Giano, alta più di cinque metri, situata a Largo Santa Susanna a Roma.
Insignito della medaglia d’oro come Benemerito della Cultura e dell’Arte dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, oltre che scultore, Consagra fu scrittore e critico, collaboratore di molte pubblicazioni d’arte. Fu una personalità di rilievo nel mondo culturale di un periodo storico di determinante importanza per l’arte italiana, negli anni quaranta, che videro la nascita dell’astrattismo
Consagra muore a Milano, città nella quale da dieci anni si era stabilito definitivamente